.: TRAMA :.
Perspicace, sarcastica e… un po’ inquietante, Mercoledì Addams indaga su una serie di omicidi mentre conosce nuovi amici e rivali alla Nevermore Academy.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
E va bene: parliamo di Mercoledì.
Ennesima serie tv Netflix, Mercoledì riposta sugli schermi la famiglia più grottesca mai vista in televisione o al cinema (siamo tutti concordi sull’ignorare il film d’animazione uscito qualche anno fa? Ottimo).
L’esordio di Tim Burton nel fantastico mondo delle serie tv lascia un po’ delusi, e, personalmente, ho trovato la produzione priva di quel quid che mi ha fatto apprezzare le sue precedenti opere. Ciò che è certo è che, se se la collaborazione Burton-Ortega continuerà, presto potremmo assistere alla ascesa della nuova Helena Bonham Carter.
A differenza delle classiche famiglie del mulino bianco solitamente rappresentata in televisione, la famiglia Addams si distingue fin dalla sua nascita per i tratti gotici e le caratteristiche macabre al limite dell’horror. Con questo presupposto, viene facile pensare che Burton abbia trovato pane per i suoi denti, e, invece, si resta amareggiati da una regia che non ha (quasi) niente di burtoniano.
Parlando di trama e personalizzazione dei personaggi è doveroso fare una precisazione: la serie tv è chiaramente pensata per un pubblico giovane e, tenendo in considerazione il target a cui è rivolta, in generale Mercoledì risulta essere un buon prodotto che non spicca per sagacia, ma nemmeno così banale da risultare un’offesa all’intelligenza dell’adolescente medio.
Per gli spettatori (con gusti) più adulti, invece, la produzione si dimostra senza infamia e senza lode: fin dal secondo episodio è evidente chi sia l’antagonista e, arrivati al finale di stagione, non resta che dire “oh guarda: è come dicevo io”.
Mercoledì e i suoi amici si ritrovano coinvolti in qualsiasi sfortunato evento accada nel raggio di trenta chilometri dalla scuola di Nevermore (una sorta di Hogwarts per sirene, lupi mannari, vampiri e altre creature sovrannaturali dove i ragazzi sono divisi in confraternite segrete (che poi segrete non sono) e gareggiano tra di loro in squadre che hanno i nomi di racconti di Edgar Allan Poe) e la cosa peggiore è che, esattamente come in Harry Potter, la maggior parte delle loro disavventure si conclude nello studio della preside con un “al prossimo errore sei espuls*” senza che ci sia una vera e propria punizione.
Alla fine il personaggio migliore risulta essere Mano: la/il silenzios* aiutante di Mercoledì che comunica attraverso la lingua dei segni (cosa che ho trovato davvero molto carina).
Per concludere: il voto che mi sento di dare alla serie tv è 7.5/10.
Ho molto apprezzato alcune sottigliezze come, per esempio, il cambio cromatico a cui Mercoledì va incontro a sottolineare il suo percorso e la sua lenta ma costante maturazione, così come ho apprezzato la prontezza di spirito di certi personaggi capaci di smettere i panni da semplice spalla per trasformarsi in veri e propri coprotagonisti.
Nonostante queste doverose menzioni, la serie tv non mi ha fatto impazzire e, a differenza di altre che riguarderei volentieri, mi ha lasciato piuttosto indifferente.
*Jo
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