.: SINOSSI :.
Quando uno scandalo le spezza il cuore e le macchia la reputazione, Gemma Bellefleur cerca disperatamente il modo per lasciarsi il passato alle spalle e concedersi un nuovo inizio. E l’occasione propizia sembra presentarsi quando la sua famiglia si trasferisce nella leggendaria Faerwyae, l’isola governata dai fae. Nel tentativo di procurarsi la tanto sospirata indipendenza, Gemma fa un passo falso e viene catturata da un intrattabile lupo fae pronto a tutto pur di spezzare la maledizione che condiziona la sua vita e quella del suo branco. La ragazza quindi è costretta a contravvenire alla regola più importante: mai stringere un patto con un fae. Tra lezioni di ballo e sotterfugi, tra romanzi d’amore e fiocchi di neve, la ragazza e il re lupo si scoprono sempre più simili, e Gemma si ritroverà impegnata in una disperata corsa contro il tempo per salvare il re lupo e tutto il suo branco.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Se amate i fae e i retelling e state disperatamente cercando un romanzo che sia una rivisitazione de “la bella e la bestia” ma non volete leggere “Una Corte di Rose e Spine” (o lo avete magari già letto), questo è il romanzo che fa per voi!
Tessonja Odette si è lanciata nel mondo dei retelling delle fiabe più conosciute con la sua serie entagled with fae di cui La maledizione del re lupo è il primo volume. Si tratta di una saga composta da romanzi stand-alone, ciascuno dedicato a una fiaba diversa: opera perfetta per chi, come me, magari avrebbe anche voglia di leggersi qualche fantasy con tocchi romance ma non sopporta le trilogie.
Tutti i libri della saga saranno ambientati nello stesso mondo, Faerwyae (decidete voi come leggerlo, io le prime volte l’ho letto “Faerwtf” per poi assestarmi su “Fervye”), ossia un’isola in cui fae e umani convivono in maniera abbastanza pacifica.
Questo romanzo ricalca moltissimo la fiaba de La Bella e la Bestia ma, a mio avviso, la rende più adulta e matura: sarà strano da dire, ma alcune scelte mi hanno fatto apprezzare questo retelling ben più della fiaba originale!
Il romanzo è scritto in prima persona, come sapete uno stile narrativo che personalmente non amo molto, ed è ambientato in quella che sembra essere una regency-fantasy era: ci sono balli, feste dell’alta società, scandali, reputazioni da difendere e gare per accaparrarsi lo scapolo d’oro della stagione unite a fate, magia, maledizioni e mistero. La trama è originale, pur essendo molto simile a quella della fiaba che tutti conosciamo: Gemma è una ragazza che vuole lavorare e conquistarsi una indipendenza in una società che la vuole relegata al ruolo prima di figlia e poi di moglie. E’ proprio questa sua ferrea volontà di emanciparsi a dare il via al romanzo: Gemma viene effettivamente assunta da un datore di lavoro piuttosto bizzarro, per altro il solo ad aver risposto alle sue lettere, ovvero un fae senza nome e vittima di una maledizione che però ha disperatamente bisogno di un amministratore per la sua casa.
Ci sono tre punti che, secondo me, vale la pena di approfondire: il primo riguarda la protagonista stessa, il secondo riguarda invece il rapporto tra Gemma e il padrone di casa e l’ultimo è strettamente legato alla trama.
Andiamo con ordine.
Gemma è un personaggio piuttosto credibile nei suoi desideri e nelle sue convinzioni. Sin dalle prime pagine è caratterizzata a dovere: si tratta di una donna, la sua età è oltre i 20 anni e per questo è praticamente considerata una zitellona nella società in cui vive, che sa quello che vuol, ovvero essere libera. Questo è il suo drive personale e, senza fare spoiler di alcun genere, non la abbandonerà mai nemmeno mei momenti più critici della trama.
La coerenza dei personaggi è importantissima e, per fortuna, Gemma è estremamente coerente. Altra chicca: non solo dice di essere una lettrice avidissima ma, a conti fatti, lo è! Più volte nel corso del romanzo la sorprendiamo a leggere e lei ci racconta quali sono le sue emozioni durante la lettura: questo vuol dire che l’autrice ha voluto caratterizzarla in modo attivo, ovvero mostrando al lettore comportamenti da lettore, piuttosto che in maniera passiva e con il solo fine di renderla simile a Belle. Personalmente è una scelta che ho apprezzato moltissimo.
La seconda cosa è, appunto, il rapporto che si crea tra Gemma e il padrone di casa: come avrete già capito, Gemma non è prigioniera del fae ma lavora per lui. Questa, a mio avviso, è una scelta ottimale che si coniuga perfettamente con il drive principale della protagonista ovvero la sua voglia di essere libera.
Terzo e ultimo punto: il romanzo non è mai noioso. Succedono tantissime cose proprio grazie al fatto che la protagonista è libera e ha grandissima autonomia all’interno della casa del suo fae. Per di più alcune scelte, che non posso dire altrimenti diventerebbe un enorme spoiler e non una recensione, sono a mio giudizio geniali.
In conclusione, il romanzo mi è piaciuto davvero molto. Si tratta di un libro ben scritto e ben studiato che, sebbene segua molto il tracciato de La Bella e la Bestia, spesso ne esce in maniera originale dando tutto un altro sapore al classico che tutti noi conosciamo e amiamo.
Il voto che mi sento di dare al libro è 8.5/10. Per quanto mi sia piaciuto, cosa che sicuramente dalla recensione è passato, per me era un po’ troppo romantico: diciamo che ha comunque avuto il pregio di tenere alto il mio interesse per tutto il tempo perché per fortuna, nonostante ovviamente la storia d’amore fosse piuttosto centrale, il via vai di personaggi, intrighi e inganni era così interessante da non permettermi di lasciare andare il romanzo neanche per un secondo. L’autrice ha ottime capacità di scrittura e, anche se il romanzo non brilla sempre per originalità, sa come tenere il lettore a sé. Non vedo sinceramente l’ora di leggere tutti i volumi perché se somigliano anche solo vagamente a questo ci sarà tanto di cui parlare.
*Volpe
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