.: SINOSSI :.
Occhi di brace brillano nel buio di una notte che sembra eterna. Le voci gracchianti di mille corvi turbano la quiete della tua vita. La figura è accanto a te, appesa ai tuoi pensieri, mostruoso essere che sorge dagli inferi del tuo io. Gli occhi del corvo seguono ogni tuo passo. Ti spiano. Si insinuano nelle cesure tra veglie e sogno. Fanno capolino in un libro. Emergono dall’inchiostro dei sogni. Sono accanto a te e la loro incosciente danza ti conduce alla soglia della pazzia…. o è un mondo nuovo che si apre, come una voragine sotto i tuoi piedi? Gli occhi del corvo raccontano storie. Seminano indizi su quella storta strada e ti sussurrano “seguimi”. A te la scelta… se andare con loro e lasciare che il delirio di quello sguardo danzi dentro di te od opporti, aggrappandoti alla realtà come se fosse l’ancora di salvezza. Un viaggio onirico, affascinante, insensato attraverso le ombre che si agitano nella nostra mente. Sono gli occhi del corvo che rapiscono e ammaliano i tuoi sensi addormentati.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Il libro di Duma è complesso, contorto, scritto con l’intento di prendere il lettore di sorpresa già dal primo capitolo: non ci vuole tanto perché il lettore, infatti, si scontri con i repentini cambi di punto di vista che accadono così, senza nessun avvertimento.
Questo richiede una maggiore attenzione durante la lettura, tuttavia non crea confusione: non è difficile comprendere quando il personaggio cambia, basta fare un po’ di attenzione ai segnali che l’autore dà. I diversi punti di vista sono descritti abbastanza bene, le differenze sono in genere notevoli e accompagnate da dettagli del mondo che permettono di identificare i diversi personaggi.
La sola cosa che non ho apprezzato di questa tecnica narrativa è il fatto che i punti di vista a volte siano in terza persona e altre volte, invece, in prima. Per mantenere coerenza avrei puntato su uno dei due, soprattutto considerando il finale.
La trama è complicatissima, ma si svolge quasi del tutto negli ultimi capitoli: infatti dopo una iniziale partenza con il botto, l’autore si arena su alcuni dettagli che fanno procedere la narrazione più lentamente. Una volta superato questo piccolo scoglio, tuttavia, la trama torna ad essere scoppiettante.
I capitoli centrali del libro sono utili, solo che a volte sono ridondanti: in questo caso la tecnica dei diversi punti di vista rema contro l’autore costringendolo a riportare interi paragrafi da un personaggi all’altro.
I personaggi, una manica di adolescenti tra cui spiccano per complessità tre trentenni, sono abbastanza diversi l’uno dall’altro. Non posso dire di averne uno preferito, coinvolti in una macchinazione decisamente più grande di loro, sono tutti ugualmente vittime, o per meglio dire marionette, e quasi nessuno riesce ad agire in maniera concreta per cambiare il proprio destino o quello del mondo.
L’unico personaggio che devo dire mi ha leggermente infastidita è Yamasaki, un giapponese che si muove in una città lontana situata più o meno sulla costa occidentale dell’America. Si tratta di un personaggio egocentrico in cui le caratteristiche principali sono il razzismo e il pessimo: non proprio l’amico che uno vorrebbe avere.
Ammetto che arrivata a metà era estremamente perplessa: troppe cose sembravano strane persino per un libro weird (e, in questo caso, con strane intendo dire assolutamente non credibili neanche nella finzione narrativa). Per fortuna, a rimettere insieme i pezzi e a correggere quelle storture ci ha pensato il finale: gli ultimi capitoli, dedicati alla risoluzione del problema, sono intensi e soprattutto interessanti.
Il voto finale che mi sento di dare a questo romanzo è 8/10. Si tratta di un libro ben scritto che rientra appieno, sia come trama sia come stile di scrittura, nel genere weird. I problemi segnalati sopra, tuttavia, non mi permettono di dare un voto più alto. Consiglio di approcciarsi con una certa apertura mentale a questo romanzo perché i temi trattati non sono sempre politically correct.
Il libro mi ha messo inquietudine e senso di smarrimento. Mi ha fatto perdere durante la lettura, nonostante io non sia riuscita a immedesimarmi in nessuno dei personaggi. Soprattutto, e questo ve lo garantisco, non guarderò mai più i corvi nello stesso modo.
*Volpe
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