
.: TRAMA :.
Sono chiassosi, sgangherati, sbandati reinventatisi mercenari. I Vox Machina sono più interessati ai soldi facili e alla birra scadente che a proteggere il reame. Ma quando il male minaccia il regno, i membri della banda capiscono di essere gli unici in grado di ristabilire la giustizia.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Come molti altri appassionati di Critical Role, forse il più celebre podcast a tema giochi di ruolo, aspettavo con ansia l’uscita di La leggenda di Vox Machina fin dal primo momento in cui era stata annunciata.
Per fortuna, l’attesa è stata ripagata da una serie tv ottima sia nelle sue componenti audio visive sia nell’adattamento della trama, compito decisamente non facile considerata l’ampiezza del materiale originale.
Non bisogna essere appassionati di giochi di ruolo per apprezzare La leggenda di Vox Machina, né essere assidui ascoltatori di Critical Role. La serie è fruibile da tutti coloro che amano l’avventura, tanti colpi di scena, tensione drammatica, comicità e azione. Si deve tenere conto, però, che è un programma televisivo per adulti in cui non mancano scene di violenza, nudità e parole volgari.
Gli archi narrativi selezionati sono due, ma il principale è sicuramente quello che vede il gruppo di mercenari chiamato appunto “Vox Machina” alle prese con Lord e Lady Briarwood, signori di Whitestone e vecchie conoscenze di uno dei membri del gruppo. L’adattamento al mini schermo è molto buono: sebbene non ci si possa aspettare che episodi lunghi meno di mezz’ora abbiano la stessa profondità che si trova in una webserie di quattrocento ore, non sembra mancare niente. I personaggi sono completi e complessi, nonostante a volte tendano a scivolare nello stereotipo; la narrazione è sostenuta da un buon ritmo che alterna momenti tesi ad altri più comici e parodistici lasciando comunque il giusto spazio allo sviluppo dei sentimenti dei protagonisti.
E’ una storia che, oltre a parlare di magia e avventura, parla di amicizia. E’ un’amicizia profonda e adulta quella che lega i membri del gruppo: pur con le loro diversità si sopportano e si supportano vicendevolmente anche nelle situazioni più macabre e tese.
La comicità di La leggenda di Vox Machina è caotica e senza freni: battute spinte, giochi di parole, incomprensioni e una grande quantità di comicità fisica (tra le più difficili da realizzare in una serie animata) creano una atmosfera frizzante dove anche i momenti più drammatici ed eroici possono essere interrotti dalle situazioni più grottesche e i personaggi non ci penseranno due volte a sottolineare l’ironia della cosa.
A mio avviso, è una serie che vale la pena vedere. Merita, dal mio punto di vista, un voto molto positivo: 9/10. Visivamente si tratta di un prodotto che cattura l’occhio: i disegni sono interessanti e le animazioni, per quanto sia una vera e propria profana, mi sembrano molto buone e “pulite”. Non ci sono, insomma, scatti fastidiosi o scene che risultano poco fluide. Inoltre, ciascun personaggio è caratterizzato da movenze precise e un codice colore personale: entrambe le caratteristiche aiutano ad affezionarsi più facilmente a loro e a creare delle associazioni tra le diverse personalità e i ruoli che i personaggi interpretano all’interno del gruppo e della narrazione.
Ancora la colonna sonora, che riprende spesso e in diverse varianti “Your turn to roll” ossia una canzone composta dagli stessi interpreti originali, è adatta alla storia raccontata e aiuta a ingaggiare e trattenere lo spettatore.
Per farla breve: mi è piaciuta molto, mi ha intrattenuta e aspettavo volentieri e con ansia gli episodi in uscita settimana dopo settimana. Ora non vedo l’ora che esca la seconda stagione!
*Volpe
