
.: SINOSSI :.
Insieme a Tisifone volerai fin sopra le mura del Tartaro. Senza identità, con pistola e misericordia in pugno, combatterai nella Spagna burrascosa dei conquistadores. Al fianco di Naaktara percorrerai le sabbie impervie della Duat: l’oltretomba egizio. E in una Lombardia trecentesca, con la piccola Rosa e Grifo, scoprirai che anche l’Italia può essere fredda come le fiabe più oscure.
Le donne sorprendenti di FURIAE non sono guidate solo dalla violenza e dalla vendetta. Perché si può essere orgogliose, combattive, tenaci e inarrestabili anche lottando per un’emozione intensa come l’amore.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Furiare è stato il volume con cui ho concluso, direi degnamente, il mio 2021. Una raccolta di racconti potente e coinvolgente perfetta da leggere quando si ha voglia di sentirsi forti.
Le protagoniste di Furiae, come promesso dal sottotitolo dell’opera “storie fantasy di donne ribelli” sono donne e ragazze fuori dagli schemi in cui qualunque lettrice riesce però ad identificarsi. Sono diverse, vere, vive e credibili ed è proprio questo a rendere la raccolta emotivamente coinvolgente.
Tra le quattro protagoniste mi è piaciuta soprattutto Tisifone. Il racconto in cui appare dà il titolo all’intera raccolta, è il primo e anche il più breve. Il centro di Tisifone, ciò che la muove e che mi ha fatto empatizzare con lei, è l’amore per sua sorella: sebbene io sia figlia unica ho ritrovato in me stessa quell’ardore che la spinge a rischiare il tutto e per tutto per coloro che ama.
L’amore è il tema principale del primo racconto, Furiae, ma lo è anche dell’ultimo, intitolato Fine della storia che tra tutti è decisamente il mio preferito. Fine della storia ha un sapore malinconico, a tratti epico che mi ha ricordato un po’ la storia infinita, forse per l’età della giovane protagonista o per le ambientazioni tetre, seppur condite di speranza, in cui i personaggi si muovono. Il solo difetto che posso trovare a questo racconto è l’essere durato troppo poco: le potenzialità della trama erano da romanzo. Grifo e Rosa, i protagonisti di quest’ultima avventura, sono nettamente più complessi rispetto alle donne che animano i tre racconti precedenti e la loro personalità riesce a spiccare. Anche l’uso del dialetto nei dialoghi è stato, secondo me, un punto a favore: ha reso il racconto molto più realistico.
La scrittura di Zarbo mi piace molto. Si tratta di uno stile visivo in cui l’uso di ottime e originali metafore permette al lettore di vedere davvero le scene immaginate dall’autore.
L’autore sa bene anche quando è il caso di usare uno stile più delicato, poetico ed onirico e quando invece è giusto che la scrittura sia tagliente e affilata. Non risparmia al lettore dettagli sconcertanti e riesce a creare fastidio, ansia e irritazione tanto quanto sollievo, felicità e gioia.
La raccolta merita un 8.5/10. Il solo motivo per cui non me la sento di “promuovere il libro a pieni voti” è la brevità, a volte eccessiva, dei racconti.
Zarbo è bravo a ideare storie, è altrettanto bravo a scriverle. Tuttavia le trame che crea, proprio perché sono complicate e interessanti, sarebbero decisamente più adatte ad un romanzo piuttosto che a un racconto.
La raccolta è adatta a ragazzi e ragazze che amano non solo il fantasy, che per altro è un elemento spesso di contorno e poco invasivo, ma soprattutto le storie di avventura. Consiglierei questa raccolta anche a chi desidera leggere qualcosa che lo ispiri nella vita di tutti i giorni: Tisifone porta al lettore l’amore di una sorella tanto quanto il coraggio di dire di no davanti ai soprusi; la protagonista senza nome della seconda storia ricorda che non bisogna mai farsi calpestare da nessuno; Naaktara ci spiega che scegliere diversamente dalla tradizione a volte non è solo giusto, ma doveroso; la piccola Rosa, Grifo e la merla che tutti noi, per quanto possiamo ritenerci insignificanti, siamo importanti.
*Volpe
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