Travolti dal trash nell’immenso mare del brutto

.: SINOSSI :.

Il trash è intorno a noi. Il trash è dentro di noi. Nella moda, in tv, nell’arte. E anche l’editoria ci è cascata. Basta girare tra gli scaffali di una libreria per rendersene conto. Potete trovare la raccolta di consigli sullo stile di Lapo Elkann, le poesie firmate Flavia Vento, il libro della zia di Britney Spears che rivela gossip scottanti sulla nipote, il manuale su come fare l’uncinetto con i peli di gatto e quello per perdere peso della signora Fletcher, la guida per rimorchiare le ragazze in modo consono a Dio e quella per farlo spendendo meno di un dollaro… Matteo Fumagalli fa scoprire il lato oscuro del gusto e del bello nell’arte – dalla letteratura alla musica, dal cinema alla televisione – senza dimenticare anche altri aspetti della vita quotidiana come le vacanze, il cibo, la moda. Perché, come dimostra il ricchissimo repertorio di libri, canzoni, film, spettacoli raccolto in queste pagine, il trash riguarda proprio tutto e ci accompagna dalla mattina alla sera. Riconoscere questa verità, eliminando lo snobismo che ci inibisce, ci porterà a fuggire da quello che è universalmente considerato di buon gusto e accettabile. E a vivere più liberi e sereni. La bruttezza non va presa sottogamba. Non va sottovalutata. Anzi, spesso è quest’ultima la chiave per immergersi nel bello. Dunque, coraggio: siate felici di danzare tra l’alto e il basso, di lasciarvi contaminare da ogni tipo di stimolo interessante; non c’è nulla di male nell’avere nella stessa playlist John Cage e gli Eiffel 65. E si possono leggere le barzellette di Totti anche se si amano i classici. Osservate il mondo con occhi nuovi e curiosi, come facevate da bambini. Senza vergognarvi.

.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.

Per chi, come me, ha sempre seguito Matteo Fumagalli sui social e soprattutto sul suo canale YouTube, l’argomento di questo saggio non sarà una grandissima sorpresa. Amante del brutto in musica, cinema e letteratura, Fumagalli ha trasportato la sua passione per il trash e il suo raffinatissimo senso critico in questo testo breve ma divertente, ironico e vivace. 

Il saggio è diviso in quattro parti, la prima dedicata ai libri e alla letteratura; la seconda al cinema; la terza alla musica e l’ultima è un brevissimo excursus su come il trash sia presente in molti, se non tutti, gli aspetti della vita quotidiana dal turismo alla cucina. Ciascun capitolo comincia con una confidenza da parte dell’autore: Fumagalli racconta se stesso a cuore aperto, spesso portando al suo lettore gli episodi più divertenti della sua infanzia o adolescenza per sottolineare come il trash, i cliché e il brutto in generale faccia parte di tutti noi e che, se proprio dobbiamo giudicarlo, è meglio farlo con la consapevolezza di non essere “senza peccato”. 
In generale, le argomentazioni sono buone anche se la parte dedicata alla letteratura può risultare ripetitiva per chi come me è un assiduo frequentatore del suo canale YouTube. Spesso mi sono trovata a leggere ragionamenti e soprattutto recensioni di romanzi che avevo già sentito e apprezzato nei suoi video. Mi è piaciuta molto invece la spiegazione delle differenze che distinguono il Camp dal Trash, l’argomentazione era vincente e accompagnata da una nutrita schiera di esempi che rendevano bene l’idea che l’autore stava cercando di esprimere.

La scrittura di Fumagalli è ottima, leggera e scorrevole accompagna il lettore velocemente fino alla fine: il saggio, se si è interessati all’argomento, si legge tutto d’un fiato. Il testo si presta sia ad essere letto con molta serietà, soprattutto da chi non conosce molto l’autore, sia ad essere consumato tra sorrisi e annotazioni a margine. Permette di riflettere su se stessi e sulla propria adolescenza, alle sciocchezze che si sono commesse con assoluta serietà e al trash che si è involontariamente prodotto. 

Mi sento di dare al saggio un 8/10. Penso che Fumagalli avrebbe potuto approfondire maggiormente l’argomento soprattutto perché è chiaro che lo conosca molto bene; la bibliografia citata è interessante e questo dà una marcia in più al saggio che può essere quasi un punto di partenza scherzoso e poco impegnativo per imparare qualcosa di nuovo.

Il motivo per cui mi sento davvero di consigliare il libro è il messaggio che permea tutte le pagine del testo di Fumagalli e che viene esplicitato nella conclusione: non bisogna vergognarsi di amare ciò che ci fa stare bene, anche se non è considerato bello dagli altri; e, soprattutto, bisogna smettere di giudicare la libertà e i gusti delle persone che ci stanno attorno. Il testo di Fumagalli è una denuncia contro i pregiudizi e un inno alla libertà ad amare anche le opere mediocri o non acclamate dalla critica, purché queste ci rendano felici. 

*Volpe

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