
.: SINOSSI :.
Per secoli, Iraden è stata protetta dal Corvo, un dio che domina il territorio dall’alto di una torre nella cittadina portuale di Vastai. La sua volontà emana attraverso il Fittavolo, che con il suo tributo di sangue ne tiene in vita il potere. Sotto lo sguardo attento del Corvo, Vastai fiorisce, arricchendosi con i dazi che riscuote dalle navi di passaggio per lo stretto del Mare Interno. Ma il Corvo si sta indebolendo. Il Fittavolo è scomparso e al suo posto ora siede un usurpatore, mentre ai confini si stanno radunando truppe straniere che hanno stretto alleanze con nuove divinità. È in questo momento di pericolo che un dio – uno dei leggendari e temutissimi Antichi – vede giungere Eolo, al seguito di Mawat, erede del vero Fittavolo. E comincia a parlare, raccontando una storia che potrebbe aiutare Eolo e Mawat a fare giustizia. Così, mentre assiste il suo signore, Eolo scopre che la Torre del Corvo nasconde un segreto. Nelle sue fondamenta è celata una vicenda oscura che attende solo di essere svelata… e di mettere in moto una catena di eventi che potrebbe distruggere Iraden per sempre.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Incuriosita da una trama molto promettente e dai numerosi pareri positivi riguardo l’opera più famosa di Ann Leckie, la trilogia Ancillary, mi sono tuffata su La torre del Corvo con aspettative altissime.
Purtroppo, come spesso accade quando si sogna troppo su un romanzo prima ancora di averlo letto, sono rimasta un po’ delusa dal libro perché, pur avendo un retroscena accattivante e un worldbuilding degno di nota, a volte è noioso e non incentivava la lettura.
L’autrice ha scelto di usare uno stile di scrittura molto particolare per il suo romanzo: la seconda persona singolare. Il narratore è interno ed onnisciente e parla per tutto il tempo con un altro personaggio, Eolo, che purtroppo non può né sentirlo né rispondergli. La sensazione è quella di essere una mosca che insegue Eolo, pagina dopo pagina, e lo accompagna nelle sue (poche) avventure. Nessuno dei personaggi è descritto in modo accurato, né fisicamente né psicologicamente, sono tutti caratteri che si finisce per conoscere solo in modo superficiale e nessuno di loro ha un vero e proprio peso sulla trama.
Altra particolarità della misteriosa voce narrante è che essa appartiene ad un personaggio estremamente riflessivo: il lettore è bombardato da righe, paragrafi, pagine e a volte capitoli interi di riflessioni, domande sull’universo, considerazioni più o meno acute su ciò che funziona o meno nel mondo della Leckie. Se questo, da una parte, permette di capire meglio il sistema magico e il rapporto tra uomini e divinità, dall’altra è pesante e non sempre utile a tenere alta l’attenzione del lettore.
La trama del romanzo si muove tra passato e presente. La Leckie racconta al lettore gli antefatti che hanno portato alle vicende de La Torre del Corvo tramite numerosi flashback che spesso sono molto più interessanti della trama “attuale”. La trama che si svolge nel presente è scarna, frettolosa e non succede gran che almeno fin oltre la metà del romanzo. I flashback, invece, sono ricchi di avvenimenti e di riflessioni interessanti e sembrano essere loro i veri protagonisti della storia, quasi come se l’autrice avesse messo molto più impegno a studiare il passato del suo mondo piuttosto che a riflettere su quale futuro e quale finale volesse dare alla sua storia.
Positivo invece il mio giudizio sul worldbuilding: originale, intrigante, comprensibile e soprattutto credibile, il sistema magico è il vero punto di forza de La torre del Corvo. Sono rimasta positivamente colpita dalla capacità della Leckie di costruire mondi, per questo penso che proverò a leggere anche la trilogia di Ancillary.
Complessivamente, il mio voto è un 7.5/10. Le premesse erano buone ma non tutte le potenzialità del mondo creato dall’autrice sono state sfruttate appieno.
Il finale è estremamente frettoloso, la sensazione è che tutte le cose interessanti siano accadute nel passato.
*Volpe
Rispondi