
.: TRAMA :.
Ogni anno è altissimo il numero di persone che scompare in Italia. E questa è la storia di un uomo incaricato di riportarli a casa, vivi o morti. E il nostro protagonista è il migliore nel ritrovare gli scomparsi, perché è stato uno di loro, anche lui è stato uno scomparso. “Entrare nelle loro vite, provare quello che hanno provato loro e non riuscire più a pensare ad altro.” È così che Elio Masantonio parla del suo lavoro ai colleghi che lavorano con lui ed è qui l’anima del suo personaggio.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Masantonio sezione scomparsi è una serie audace che appassiona, ma non riesce a convincere del tutto. Trasmessa in contemporanea con Euro2020, mossa ardita e forse non tanto strategica, la serie è ambientata a Genova e la scelta di questa location è già di per sé apprezzabile presentando, per una volta, una cornice diversa da quella offerta dalle abusate Roma, Napoli e Milano.
Accusato di essere eccessivamente pesante, Masantonio sezione scomparsi non è un programma per tutti e, episodio dopo episodio, non è difficile indovinare il motivo per cui, a differenza di altri “colleghi televisivi”, il personaggio di Elio Masantonio non riesce ad accattivarsi il favore e la simpatia del pubblico.
Elio è, battute a parte, uno scappato di casa: perennemente in disordine, spettinato e con la barba malfatta; e, caratterialmente parlando, le cose non migliorano. Empatizzare con Elio è difficilissimo, se non addirittura impossibile; i suoi metodi sono rozzi, a volte maleducati, spesso antipatici; ma, se si ha la pazienza di andare oltre alle apparenze, è facile intuire quali siano le ragioni che spingono il protagonista ad agire in un determinato modo.
A fare da spalla ad Elio c’è (Ales)Sandro Riva che, a differenza del partner, è il classico poliziotto da fiction italiana: sempre gentile, empatico e simpatico, garbato e rispettoso delle regole. Un personaggio che, in prima battuta, risulta banale e si lascia tranquillamente sottovalutare salvo poi, puntata dopo puntata, aprirsi al pubblico riuscendo, a tratti, persino ad eclissare la vicenda di Elio.
Tanto Elio quanto Sandro non sono personaggi facili e i loro interpreti, rispettivamente Alessandro Preziosi e Davide Iacopini, sono bravi a tenerne le redini impedendo loro di cadere nel banale e nel prevedibile. La sensazione, guardando alcune scene in particolare, è di non vedere due attori al lavoro (e questo suppongo possa più o meno essere detto per qualsiasi serie tv con attori di un certo calibro), ma di spiare la nascita di un rapporto tra due uomini feriti, a pezzi e consapevoli di aver bisogno l’uno dell’altro per arrivare a capo dei problemi che ogni puntata mette loro davanti.
Se il lavoro sui due protagonisti è davvero encomiabile, quello sugli altri personaggi e sulla sceneggiatura è decisamente più grezzo e non sempre convincente.
La serie vuole porre l’accento sul problema delle persone scomparse (solo nel 2020 sono state presentate più di 13mila denunce per scomparsa in Italia) e, tra scomparse volontarie ed involontarie, gli episodi forniscono punti di vista diversi sulla questione affrontando tematiche delicate che possono risultare indigeste ad un pubblico abituato alla spensieratezza di produzioni come Don Matteo.
L’abbandono di un genitore, la fuga per amore, la vendetta, il desiderio di cambiare vita,…; ognuno di noi ha, nascosto nell’angolo più buio del proprio inconscio, almeno un motivo per desiderare di scomparire o veder scomparire qualcuno e la serie fa proprio leva su questo senza, tuttavia, riuscire a fare quello scatto in più che la affranchi dallo stereotipo.
Nella maggior parte dei casi Elio e Sandro riescono ad arrivare alla soluzione del caso in maniera del tutto aleatoria e, anche riguardando gli episodi, è davvero impossibile capire come il fatto X abbia portato alla conclusione Y e alla fine delle indagini. Personalmente ho trovato questa forzatura fastidiosa tanto quanto alcune ingenuità che, oltre a creare dei buchi di trama più o meno considerevoli, sfiorano tematiche particolari, come l’abbandono di una madre o il razzismo, senza tuttavia offrire punti di vista nuovi o con un approfondimento mai visto in altre produzioni.
Il mio voto per questa serie è di incoraggiamento: 8.
Genova offre delle location nuove e, a meno che non si conoscano a menadito le due città, è praticamente impossibile stabilire quali scene siano state girate nel capoluogo ligure e quali, invece, nella capitale. La colonna sonora composta da Pivio è divertente e riesce ad accordarsi bene tanto con i personaggi quanto con la sceneggiatura accentuando, al bisogno, le sfumature ironiche o tragiche di una determinata scena senza, tuttavia, offuscarla.
I personaggi di Elio e Sandro sono ben caratterizzati, convincono e, in fondo, non è nemmeno così difficile affezionarcisi.
I personaggi secondari, tra cui meritano una menzione il capo della Polizia Attilio del Prà, la nipote di Elio, Tina, e Valeria, la vicina di casa; sono solamente abbozzati e, se alcuni di loro risultano essenziali per lo sviluppo della trama e dei due protagonisti, altri, invece, sembrano un pretesto che occhieggia a quella fetta di pubblico femminile che, innamoratasi di Preziosi quando vestiva i panni del conte Fabrizio (Federico Giovanni Clemente) Ristori di Rivombrosa, continua a sognare l’attore impegnato in una storia d’amore tormentata e tutt’altro che lineare.
Masantonio sezione scomparsi non è una serie tv per tutti: il protagonista non è simpatico, le tematiche possono risultare indigeste,…; ma credo che sia proprio la “non convenzionalità” di Masantonio e del suo partner a rendere questa serie godibile.
*Jo
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