
.: SINOSSI :.
A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c’è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul-Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura – un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo “Spettro”, una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l’ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l’uno dell’altro, perché il loro potenziale può sì condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni…
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Non vi è dubbio: la scrittura di Leigh Bardugo in Sei di Corvi è un vero e proprio gioiello. Se tra le pagine di Tenebre e Ossa abbiamo incontrato una scrittrice acerba e con moltissime potenzialità, qui vediamo sbocciare i fiori di un lavoro sicuramente duro e intenso.
Lo stile è ciò che ho preferito del romanzo: le parole sono tutte al posto giusto e creano un ambiente credibile dove personaggi realistici si muovono perfettamente a loro agio. Le descrizioni portano luoghi e persone davanti agli occhi del lettore e gli escamotage letterari con cui l’autrice racconta il passato dei suoi protagonisti sono invidiabili.
In generale, preferisco questo tipo di trama rispetto a quella della trilogia: pieno di azione e ricco di sotterfugi e colpi di scena, Sei di Corvi è un romanzo che non annoia e tiene il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina. Ambientato nello stesso universo di Tenebre e Ossa, le vicende che compongono Sei di Corvi avvengono temporalmente dopo la trilogia. Sebbene anche da questo romanzo si riesca a capire bene il mondo in cui i personaggi si muovono, è inevitabile che il lettore si faccia qualche piccolo spoiler involontario: per questo consiglierei generalmente di leggere prima la trilogia e approcciarsi dopo alla lettura di questa dilogia.
I sei protagonisti sono descritti abbastanza bene, con l’eccezione di Wylan che immagino avrà una parte un po’ più concreta nel secondo romanzo, ed è impossibile non affezionarsi a ciascuno di loro. Pur essendo molto diversi, si muovono in perfetta armonia e la scelta di dare a ciascuno un tratto distintivo è vincente. In questo romanzo, la Bardugo indugia volentieri sulla caratterizzazione dei suoi personaggi che si finisce per conoscere nel profondo: il passato di ciascun Corvo viene lentamente sviscerato dando al lettore tutti gli indizi necessari a ricostruirne la personalità complessa. Sebbene, come forse tutti quasi, io abbia amato i personaggi di Kaz e Inej, il mio personaggio preferito è sicuramente Matthias: si tratta di un personaggio molto complicato la cui profondità sta nel bisogno di trovare se stesso in un mondo che non fa altro che etichettarlo; i suoi cambiamenti non sono campati per aria e anzi sono il frutto di un lungo lavoro personale che rende Matthias un personaggio molto adulto.
Ecco che quindi arriviamo al problema più grande del romanzo: l’età dei protagonisti. Credo fermamente che la Bardugo abbia scritto Sei di Corvi avendo in mente dei personaggi di circa trent’anni e che, per poter vendere, sia stata obbligata a renderli minorenni. I personaggi hanno una profondità che non si addice a degli adolescenti; un vissuto troppo complesso per essere stato portato avanti in diciassette anni di vita scarsi; sono sostanzialmente troppo adulti.
Trovo che questo sia un vero peccato, perché presentare un romanzo di questo calibro con personaggi anagraficamente più grandi sarebbe stata una bellissima sorpresa per chi, come me, è stanco dei soliti romanzi in cui protagonisti semi adolescenziali risolvono rocambolescamente situazioni impossibili.
In generale, la trama è credibile e ben studiata, nonostante i capitoli precedenti al finale mi siano sembrati un po’ esagerati. Fastidioso è il modo in cui l’autrice, pur usando un narratore interno, ha scelto di tenere il lettore all’oscuro di certe parti del grande piano dei corvi: purtroppo, non sempre questo escamotage è giustificato o credibile.
Sei protagonisti non sono facili da gestire: il fatto che la Bardugo ci riesca dovrebbe già dare un’idea riguardo la sua abilità di scrittrice.
Il romanzo si merita un 8/10. La trama ricca di adrenalina e i personaggi di qualità superiore alla media rendono il romanzo uno splendido libro per ragazzi e non. Chi cerca l’avventura troverà tra le pagine di Sei di Corvi una storia indimenticabile da cui prendere spunto per sognare ad occhi aperti: alla fine del libro, Ketterdam è un luogo riconoscibile, i Corvi diventano veri e propri amici che il lettore desidera conoscere più nel profondo.
*Volpe