L’Ombra di Caterina

.: SINOSSI :.

«Oggi è festa. Nella chiesetta del borgo battezzano il mio bambino. Io non ci potrò essere, ufficialmente: devo stare nascosta.» Comincia così il racconto di una donna che la Storia ha a lungo dimenticato: Caterina, la madre di Leonardo da Vinci. Giovane popolana, sedotta dal notaio ser Pietro da Vinci, Caterina rimane incinta di un figlio che non potrà allevare: lo allatta, ma le viene tolto dalle braccia per essere cresciuto nella casa paterna. Il suo bellissimo bambino potrà godere di molti più agi, certo, ma rimarrà sempre un bastardo: non erediterà né titoli né proprietà e dovrà vivere solo del suo ingegno. Anche la vita di Caterina non sarà facile: l’accusa di stregoneria, il matrimonio con un ex soldato di ventura, cinque figli da crescere, e sempre il rimpianto per quel primogenito perduto che può vedere solo da lontano. Leonardo si trasferisce a Firenze, entra nella bottega del Verrocchio, manifesta ingegno e talento al di là di ogni previsione, ma si trova macchiato da un’accusa di sodomia. Meglio partire per una città più grande, più libera, piena di opportunità, la Milano degli Sforza. Madre e figlio sono destinati a non rivedersi mai più? O Caterina potrà riunirsi a Leonardo, coronando il sogno di stargli vicino, che ha dato luce e senso alla sua intera vita?

.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.

Con L’Ombra di Caterina, Marina Marazza si conferma ai miei occhi come un’ottima autrice di romanzi storici, capace di far appassionare i suoi lettori ai personaggi che decide di raccontare.
Lo scorso anno avevo divorato il suo Io sono la strega e, certa di ritrovare tra le pagine de L’ombra di Caterina la stessa scintilla che mi aveva coinvolta ed emozionata, ho subito recuperato anche questo libro. Per fortuna, non sono rimasta delusa.
Il romanzo parla della madre di Leonardo Da Vinci, figura così poco conosciuta da essere dimenticata dai più, e ne analizza la vita con una prosa semplice, scorrevole e coinvolgente. L’appendice del romanzo racconta interamente di come la Marazza è venuta a conoscenza di questa storia, di cosa l’ha incuriosita e delle persone che l’hanno aiutata; l’autrice stila una lista dei documenti che ha consultato, mostrando al lettore quanto lavoro ci sia dietro un romanzo storico; racconta anche quali licenze si è presa elencando gli eventi storici realmente accaduti e quelli che invece ha inserito di suo pugno per colmare i vuoti storiografici; come è naturale, l’autrice fa notare che essendo un romanzo scritto in prima persona i pensieri non corrispondono necessariamente a quelli formulati da Caterina. Un’onestà, questa, che rende ancora più apprezzabile il romanzo.
Dunque, come è strutturato il romanzo? La struttura è ciclica: comincia dalla fine ed è proprio questo a spingere Caterina a raccontare la propria vita. Come per Io sono la strega la trama copre un arco temporale che va dall’infanzia della protagonista fino alla sua vecchiaia. Leonardo da Vinci è il fulcro della narrazione pur essendo scarsamente presente: separata dal figlio che ha messo al mondo con Piero da Vinci, Caterina ricorda il suo bambino ogni giorno, anche quando si è fatta donna e la sua famiglia si allarga. Il romanzo sottolinea la forza dei legami affettivi e la Marazza lascia intendere, sia con il titolo del libro sia con gli argomenti portati avanti nel corso della narrazione, che il genio di Leonardo derivi proprio dal ramo di sua madre, come se l’ombra della donna, il suo ingegno e la sua caparbia, lo avessero accarezzato per tutta la vita.

A mio giudizio, il voto che questo romanzo merita è un buon 9/10. L’ho preferito rispetto a Io sono la strega che comunque mi era piaciuto molto. In questo romanzo la Marazza è più delicata nelle descrizioni e non si lascia quasi mai prendere da situazioni che possono turbare il lettore.
Nonostante la trama presenti un intreccio relativamente semplice, gli argomenti trattati e i temi approfonditi sostengono molto bene la narrazione. Il punto di forza di questa autrice è l’essere in grado di trattare con semplicità argomenti molto complessi: l’autrice descrive magistralmente gli usi e i costumi del tempo; porta alla luce tante curiosità riguardo l’epoca in cui ambienta i suoi romanzi (per esempio racconta della costruzione del Duomo di Milano nel dettaglio; parla dei Disciplini, un ordine ecclesiastico dedito al conforto dei condannati a morte… etc) e le spiega con linguaggio semplice rendendo tutto molto intuitivo. La Marazza racconta bene anche la Firenze dei Medici; porta davanti al lettore Savonarola con le sue sconvolgenti novità; descrive nel dettaglio la Milano degli Sforza. Insomma, in generale si ha sempre la sensazione di essere accanto alla protagonista e di vedere ogni luogo come se fosse la prima volta in cui ci si mette piede.
Il lettore si renderà conto quasi subito, prendendo tra le mani questo libro, che il sotto-tema principale affrontato dalla Marazza è la condizione della donna nel medioevo: leggendo le pagine in cui rivive Caterina, è inevitabile non rendersi conto di quanto questo argomento stia a cuore all’autrice. Ogni pagina, per non dire ogni riga, racconta delle difficoltà, dei dolori e dell’ingegno di chi non ha mai potuto fare la storia. Le donne di cui scrive la Marazza sono donne semplici, popolane e relativamente povere, che affrontano la vita con uno stoicismo invidiabile mostrando come la forza abbia sede nell’anima e nel cervello più che nei muscoli.
Consiglio questo romanzo a chi ha voglia di approfondire la storia della madre di Leonardo da Vinci e a chi ha voglia di godersi un buon romanzo storico; se invece cercate un romanzo pieno di avventura, allora, forse, questo non fa per voi.

*Volpe

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