
.: TRAMA :.
Prima di finire il liceo, Emma e Alyssa vogliono solo una cosa: andare al ballo di fine anno, e andarci insieme. Un desiderio quasi impossibile se il prom (il ballo studentesco appunto) è in una località sperduta, Edgewater dello sperduto Indiana, a andarci in coppia vuol dire dichiarare la propria omosessualità. Emma vive dalla nonna da quando i genitori l’hanno cacciata di casa dopo il suo coming out. E l’afroamericana Alyssa, che ancora non si è dichiarata, è sotto il giogo della madre che ha grandi aspettative sociali. Emma allora prende tempo, compra due biglietti per il ballo, per sé e per una ragazza misteriosa. Ma anziché aiutare Alyssa, questo scatena il caos; e tra pettegolezzi, atti di bullismo e genitori indignati, il tanto atteso prom rischia di saltare. Finché la notizia della rivolta di questa anonima ragazza dell’Indiana arriva alle orecchie di un cast di stelle di Broadway il cui ultimo musical Eleanor su Eleanor Roosewelt è durato un solo giorno massacrato da critiche negative. Le stelle sono Dee Dee Allen e Barry Glickman , cui si unisce la corista Angie. L’idea è di accorrere opportunisticamente in aiuto di Emma e tornare ad avere le luci della ribalta.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
L’adattamento Netflix di Prom non è sicuramente destinato a far parte del pantheon dei più celebrati musical, tuttavia le tematiche trattate riescono a colmare egregiamente le grosse lacune lasciate dalla musica e dalla sceneggiatura.
Meryl Streep e Nicole Kidman ribadiscono ancora una volta il loro talento dando nuovamente prova delle loro abilità canore. Tuttavia, per la maggior parte del film, i loro personaggi, Dee Dee e Angie, sembrano la versione senior di altri personaggi portati in vita dalle attrici in altri lungometraggi e contesti e questo, purtroppo, dà un retrogusto un po’ stantio all’interpretazione delle due artiste.
Le due protagoniste convincono a tratti: la loro caratterizzazione è essenziale e, per quanto in un primo momento riescano a creare empatia e simpatia, alla lunga risultano prive di spessore e incastrate in situazioni non sempre credibili.
L’altro grosso neo del musical è la colonna sonora. Prom non ha una canzone iconica, un motivetto che, al pari di Do You hear the people sing?, City of stars o This is me (rispettivamente da Les Miserables, Lalaland, The Greatest Showman); sia orecchiabile e facilmente memorabizzabile e canticchiabile. In generale il lungometraggio sembra un patchwork di stili e melodie forse più adatte ad una serie tv come Glee che non ad un musical.
Il voto che mi sento di dargli è 7/10.
Se il lungometraggio non pretendesse di essere un musical (buone le intenzioni ma a malapena sufficente l’adattamento) probabilmente avrebbe avuto un giudizio più alto, ma tanti piccoli e grossi difetti hanno decisamente inciso sul mio giudizio che viene salvato in zona Cesarini dalla tematica affrontata nel lungometraggio.
Di film denuncia sull’omofobia ce ne sono molti e, a fronte di una maggiore sensibilizzazione su questo tema, l’argomento viene sempre di più affrontato e declinato in modi diversi spostando l’attenzione sulle sue tante sfaccettature.
Prom cambia approccio e non segna, come tanti suoi predecessori, un confine tra “loro” e gli “altri”, tra etero e omosessuali, bianchi e neri, etc …; ma al contrario cerca di ricucire uno strappo causato ed accentuato da anni di strumentalizzazioni che hanno a tratti anche incoraggiato il conflitto tra le due “fazioni”.
Il messaggio di Prom non è drastico né si arroga il diritto di giudicare ed etichettare chi, per convinzioni religiose o personali, non riesce ad accettare e apprezzare il diverso e il nuovo. Al contrario, l’insegnamento che trapela è quello di “amare il prossimo tuo” a prescindere da tutto e di riservargli il rispetto e l’amore che merita in quanto essere umano.
*Jo
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