
PICCOLE DONNE
Autore: Luisa May Alcott
Anno: 2020
Editore: Cranford Collection – RBA Italia
.: SINOSSI :.
Il primo romanzo racconta la storia delle quattro sorelle March – Meg, Jo, Beth e Amy, chiamate regolarmente con i loro soprannomi – che rispecchiano quelle della stessa famiglia Alcott. Il loro padre è un semplice cappellano partito per il fronte durante la Guerra di secessione americana, lasciando a casa le figlie e la moglie. Le ragazze, con i loro pregi e i loro difetti, pur essendo povere e con i problemi tipici dell’adolescenza, imparano a crescere e diventare ragazze responsabili, pronte a difendersi da qualsiasi vicissitudine.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Leggendo Piccole Donne ai tempi del Coronavirus si capisce cosa Calvino intendesse dicendo che “un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.”.
Nonostante la vicenda sia ambientata in tempi e luoghi lontani rispetto alla nostra quotidianità, alcune pagine sembrano raccontare con poesia e allegorie storie e situazioni in cui chiunque può riconoscersi e trovare suggerimenti ed espedienti per meglio affrontare le difficoltà di ogni giorno.
Ispirandosi a Il viaggio del pellegrino di John Bunyan, il romanzo racconta come, capitolo dopo capitolo, le protagoniste affrontino e superino prove e tentazioni riuscendo, con grazie alla presenza saggia e materna della madre, a formare il loro carattere e a superare i loro limiti, smussando non senza qualche difficoltà i loro peggiori difetti.
L’ingenuità e l’anacronismo di alcune pagine e dialoghi possono a tratti comici, e l’utilizzo di arcaismi e di un linguaggio decisamente demodé enfatizza questo aspetto strappando, di tanto in tanto, un sorriso innocente al lettore.
Presa confidenza con lo stile, che è comunque piacevole e riesce a rendere bene tanto la spensieratezza di certe pagine quanto la gravità di altre, il romanzo mette davanti alle protagoniste i medesimi ostacoli e problemi di qualsiasi altro essere umano: le difficoltà e la frustrazione del lavoro, la voglia di affermarsi e trovare il proprio posto nel mondo, la necessità di essere buoni e giusti verso il prossimo a prescindere da quanto vicino esso sia, l’ostacolo di affrontare con coraggio ed umiltà se stessi migliorandosi ogni giorno di più e senza lamentarsi troppo per quello che non sia ma si vorrebbe.
Certi pensieri, espressi soprattutto dalla signora March, Grillo Parlante della famiglia, riescono ad essere di un’attualità disarmante: le lamentele delle ragazze, preoccupate per la mancanza di denaro e di ninnoli, vengono messe dolcemente a tacere dalla madre che ricorda loro, a più riprese ricordando alle giovani la fortuna di essere in salute e circondate da una famiglia amorevole. La stessa signora March, a cui vengono dedicate solo poche pagine, viene il più delle volte immortalata in atteggiamenti che ne enfatizzano la tenerezza, ma anche e soprattutto il suo altruismo e la sua empatia. Moglie di un uomo partito per combattere nella violenta guerra civile, che vedeva i nordisti combattere contro i sudisti, la donna si lascia raramente andare allo sconforto e, quand’anche è sul punto di cedere all’autocommiserazione, i suoi pensieri tornano immediatamente a chi, per una causa nobile e giusta, ha compiuto sacrifici ben più grandi.
In queste settimane di lamentele e insofferenze, dovute alla difficile situazione in cui la quarantena ci ha costretti, le pagine della Alcott sono state una compagnia non solo piacevole, ma anche e soprattutto uno sprone per cercare di fare meglio per me stessa e per gli altri.
Il voto non può che essere 10/10 e, a prescindere da età e sesso, mi sento di consigliare questo romanzo a chiunque voglia dare una seconda possibilità a questo classico senza tempo e decisamente molto più profondo e complesso di quanto i vari adattamenti cinematografici lascino intendere.
*Jo
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