La ricamatrice di Winchester

LA RICAMATRICE DI WINCHESTER

Autore: Tracy Chevalier
Casa editrice: Neri Pozzi
Anno di Edizione: 2019

.: SINOSSI :.

Winchester, 1932. A trentotto anni Violet Speedwell sembra ormai inesorabilmente destinata a un’esistenza da zitella. La Grande Guerra ha preteso il suo tributo: il suo fidanzato, Laurence, è caduto a Passchendaele insieme a migliaia di altri soldati, e ora le «donne in eccedenza» come lei, donne rimaste nubili e con scarse probabilità di convolare a nozze, sono ritenute una minaccia, se non una vera e propria tragedia per una società basata sul matrimonio.
Dopo essersi lasciata alle spalle la casa di famiglia di Southampton, e le lamentele della sua soffocante madre, ferma all’idea che dovere di una figlia non sposata sia quello di servire e riverire i genitori, Violet è più che mai intenzionata a vivere contando sulle proprie forze.
A Winchester riesce in breve tempo a trovare lavoro come dattilografa per una compagnia di assicurazione, e ad aver accesso a un’istituzione rinomata in città: l’associazione delle ricamatrici della cattedrale.
Fondata dalla signorina Louisa Pesel e diretta con pugno di ferro dall’implacabile signora Biggins, l’associazione, ispirata a una gilda medievale, si richiama a un’antica tradizione: il ricamo di cuscini per i fedeli, vere e proprie opere d’arte destinate a durare nei secoli. Sebbene la Grande Guerra abbia mostrato a Violet come ogni cosa sia effimera, l’idea di creare con le proprie mani qualcosa che sopravviva allo scorrere del tempo rappresenta, per lei, una tentazione irresistibile.
Mentre impara la difficile arte del ricamo, Violet stringe amicizia con l’esuberante Gilda, i capelli tagliati alla maschietta, la parlantina svelta e un segreto ben celato dietro i modi affabili, e fa la conoscenza di Arthur, il campanaro dagli occhi azzurri e luminosi come schegge di vetro. Due incontri capaci di risvegliare in lei la consapevolezza che ogni destino può essere sovvertito se si ha il coraggio di sfidare i pregiudizi del tempo. Due incontri che insegnano anche che basta a volte un solo filo per cambiare l’intera trama di una vita.

.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.

Ho iniziato La ricamatrice di Winchester piena di aspettative, sia per le molte recensioni positive che avevo letto, sia per la buona fama di cui gode la Chevalier.
Tuttavia, queste aspettative non sono sempre state rispettate.

I primi capitoli introducono molto bene il romanzo e incentivano la lettura: le descrizioni sono splendide, ricche di poesia e precisione. Sembra proprio di camminare accanto a Violet, di seguirla al lavoro e di conoscere per davvero i personaggi secondari che, proprio grazie alla capacità di scrittura della Chevalier, risultano vivi e realistici.
Lo stile è da promuovere a pieni voti, i problemi che ho riscontrato si concentrano sulla trama e, soprattutto, sulla protagonista.
Violet Speedwell, purtroppo, non è un personaggio né interessante né memorabile.
E’ una donna single, non per scelta, negli anni trenta. Nonostante l’autrice calchi la mano sul suo bisogno di cercare la propria indipendenza e libertà, Violet è una donna che vuole un uomo accanto.
La trama non gira attorno al ricamo o attorno all’associazione delle ricamatrici, che mi sarebbe piaciuto approfondire, ma attorno all’infatuazione di Violet per un uomo. A mio avviso, questo ha tolto un po’ sia ai personaggi, sia al contesto, sia al romanzo in generale che poteva essere sviluppato molto bene al di là di questa tresca amorosa.
Ho trovato fastidiose alcune scene che non avevano nessun senso ai fini della trama: durante una scampagnata, Violet incontra un uomo che cercherà da lì in poi di metterle le mani addosso in ogni occasione possibile.
Le ragioni di questo personaggio o la sua psicologia non verranno mai indagate, né tantomeno questi sarà utile ai fini della trama: le scene restano lì, fini a loro stesse, dando solo un senso di disagio al lettore.

I personaggi secondari, al contrario della protagonista, sono molto interessanti: a partire da O e Mo per arrivare alla signorina Pesel, passando per i caratteri singolari di Gilda e Dorothy, ogni personaggio è descritto alla perfezione e risulta sia bello da leggere, sia necessario a mandare avanti la trama.

In generale, il romanzo merita, secondo me, un 7.5/10. Le premesse erano buone ma si sono infrante contro una protagonista poco interessante e una trama che ha lasciato il tempo che ha trovato.
Sicuramente, ricorderò le descrizioni della Chevalier che, lo ripeto, meritano molto sia per stile sia per concretezza.
Credo il romanzo potrebbe piacere a chi cerca una storia romantica un po’ fuori dalle righe, ma deluderà chi desidera leggere un libro dal sapore prettamente storico.

*Volpe

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