
SCONTRO DI CIVILTA’ PER UN ASCENSORE A PIAZZA VITTORIO
Autore: Amara Lakhous
Casa editrice: E/O
Anno di edizione: 2012
.: SINOSSI :.
Omicidio a piazza Vittorio: una commedia all’italiana scritta da un autore di origine algerina. Questo romanzo di Amara Lakhous è una sapiente e irresistibile miscela di satira di costume e romanzo giallo imperniata su una scoppiettante polifonia dialettale di gaddiana memoria (il “Pasticciaccio” sta sullo sfondo segreto della scena come un nume tutelare). La piccola folla multiculturale che anima le vicende di uno stabile a piazza Vittorio sorprende per la verità e la precisione dell’analisi antropologica, il brio e l’apparente leggerezza del racconto. A partire dall’omicidio di un losco personaggio soprannominato “il Gladiatore”, si snoda un’indagine che ci consente di penetrare nell’universo del più multietnico dei quartieri di Roma: piazza Vittorio. Forse basta mettere in scena frammenti di vita quotidiana intrecciati attorno all’ascensore, puntualmente all’origine di tante dispute condominiali, per comprendere il nodo focale del paventato, discusso, negato o invocato scontro di civiltà che assilla il nostro presente e il nostro futuro e infiamma il dibattito politico, sociale e religioso-culturale dei nostri giorni.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio è un libricino che si legge davvero in fretta e che, in un certo senso, dà una rappresentazione più o meno veritiera del nostro mondo globalizzato e multietnico.
Il libro è composto da una alternanza di monologhi e pagine di diario: i monologhi sono scritti dal punto di vista degli inquilini di uno dei tanti palazzi di Piazza Vittorio e sono le loro risposte alle domande della polizia che sta indagando su un omicidio; le pagine di diario, invece, sono scritte dal punto di vista del presunto assassino.
Quello che è interessante valutare è come l’autore abbia scelto di caratterizzare i suoi personaggi: apparentemente, in questo palazzo di Piazza Vittorio vivono degli stereotipi ambulanti e di stereotipi queste persone si cibano dalla mattina alla sera.
Comprendo la volontà dell’autore di comicizzare un romanzo portando agli eccessi comportamenti che, purtroppo, permeano ancora la nostra società, tuttavia dopo un po’ l’ho trovata una eccessiva banalizzazione di un problema reale.
Le stesse esperienze e gli stessi personaggi, pur con i loro stereotipi, in un contesto leggermente più serio avrebbero dato un sapore diverso al romanzo portando alla luce il vero problema evidenziato dall’autore: la difficile integrazione tra popoli diversi.
Il casus belli di questo libro è, apparentemente, la morte di una persona. Tuttavia, leggendo i monologhi dei personaggi è chiaro che a nessuno interessa davvero di questo: quello che li stupisce e, in un certo senso, li preoccupa è che una persona che credevano italiana in realtà un immigrato.
Il personaggio meglio caratterizzato è Amedeo: apprendiamo la sua storia con lentezza e le pagine a lui dedicate sono sempre avvolte da un certo mistero che lo rendono particolarmente interessante. Inoltre, Amedeo sembra l’unico personaggio sfuggito alla “regola dello stereotipo”.
Il voto finale che do a questo romanzo è 8/10. Mi è piaciuto, ma a mio giudizio c’era ancora spazio per migliorare. Il messaggio dell’autore non è chiarissimo e va veramente cercato al di sotto di tutti gli orpelli comici e narrativi utilizzati per far sorridere il lettore.
Ci sono alcuni passaggi permeati da una tenerezza e da una dolcezza davvero piacevoli, qui si vede davvero il pensiero dell’autore ed è un pensiero che sono disposta a sostenere e condividere. Peccato che siano rari.
*Volpe
Rispondi