#GiornataIncipit – Prime Righe e prime impressioni

Oggi è il primo sabato del mese e sapete cosa significa? #GiornataIncipit!
Anche questo mese, vi proporremo le nostre letture in corso e poi alcuni romanzi che abbiamo intenzione di leggere.
Naturalmente, a fine articolo c’è il nostro #BonusdiMaggio!

CANTA, SPIRITO, CANTA, DI JESMYN WARD
Io lo so cos’è la morte, almeno credo. E’ qualcosa che potrei guardare in faccia: almeno credo. Quando Pop mi dice che gli serve il mio aiuto e vedo quel suo coltello nero infilato  nella cintura dei pantaloni, lo seguo fuori casa, e cerco di tenere la schiena dritta, le spalle aperte come un attaccapanni: è così che cammina Pop. Faccio finta sia tutto normale, quasi noioso, così Pop penserà che questi tredici anni me li sono guadagnati, così Pop penserà che sono pronto a fare quello che bisogna fare, separare le budella dai muscoli, gli organi dalle cavità. Pop deve sapere che posso coprirmi di sangue. Oggi è il mio compleanno. 

LO HOBBIT, J. R. R. TOLKIEN
In un buco nella terra viveva uno hobbit.
Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco-hobbit, vale a dire comodo.
Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d’ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, senza fumo, con pareti foderate di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate, e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava molto ricevere visite.

FIDANZATI DELL’INVERNO, DI CHRISTELLE DABOS
Le vecchie dimore hanno un’anima, si sente spesso dire. Su Anima, l’arca in cui gli oggetti prendono vita, le vecchie dimore avevano più che altro la tendenza a sviluppare un carattere orribile.
L’Archivio di famiglia, per esempio, era sempre di malumore. Per esprimere il suo malcontento non faceva che scricchiolare, cigolare, sgocciolare e sbuffare. Non gli piacevano le correnti d’aria che d’estate facevano sbattere le porte chiuse male. Non gli piacevano le piogge che d’autunno gli tappavano le grontaie. Non gli piaceva l’umidità che d’inverno penetrava nei muri. Non gli piacevano le erbacce che ogni primavera tornavano a invadergli il cortile. 
Ma la cosa che all’edificio dell’Archivio piaceva meno erano i visitatori che non rispettavano gli orari d’apertura. 

LE BELLE CECE, DI ANDREA VITALI
“Una Faina”, sbottò Fulvio Semola.
Lo disse di sé.
Era notte ormai, le undici e mezza.
“Cos’hai detto?” chiese la Selina, la moglie.
“Che sono una faina.”
Solo uno astuto come una faina poteva avere un’idea simile.
“E sarebbe, questa idea?”
“Festeggiare la conquista dell’impero con un concerto di campane.”

Ed eccoci finalmente arrivati al #BonusdiMaggio!

BONUS – LA BRUGHIERA, DI THOMAS HARDY
In un sabato pomeriggio di novembre stava calando il crepuscolo, e l’ampia distesa di terreno aperto e selvaggio nota col nome di brughiera di Egdon si veniva facendo ogni momento più scura. In alto, il curvo strato di nubi biancastre che nascondeva il cielo era come una tenda che avesse per pavimento tutta la brughiera.

Speriamo di avervi incuriositi, fateci sapere se leggere o se avete già letto alcuni di questi romanzi!


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