
MADAME CLAUDEL E’ IN UN MARE DI GUAI
Autore: Aurélie Valognes
Casa editrice: Newton Compton
Anno di edizione: 2017
.: SINOSSI :.
Ferdinand Brun vive a Parigi, al numero 8 di Rue Bonaparte, ha ottantatré anni e non gli piacciono le persone. Sfortunato dalla nascita – ha perso la mamma e la nonna quando era ancora piccolo –, è cresciuto nel risentimento, diventando introverso e taciturno. Purtroppo con il passare degli anni è addirittura peggiorato e così la moglie lo ha mollato di punto in bianco scappando con il postino, mentre la figlia e il nipotino sono andati a vivere dall’altra parte dell’oceano. Rimasto solo con la cagnolina Daisy, unico essere vivente degno del suo affetto, Monsieur Brun ha deciso di disertare il genere umano e di ridurre al minimo i suoi contatti con gli altri, compresi quelli con la portinaia, la detestata Madame Suarez. Un infausto giorno, la cagnolina Daisy muore e la settimana dopo Monsieur Brun rimane vittima di un incidente. Tutto è contro di lui, e quando la figlia lo mette di fronte all’ipotesi dell’ospizio, non gli resta che accettare l’aiuto di Madame Claudel, un’arzilla signora di novantatré anni, che abita al suo piano. Ma sarà l’arrivo della piccola Juliette, figlia dei nuovi condomini, l’unico evento in grado di scalfire il muro di diffidenza e scontrosità che il vecchio ha costruito intorno a sé.
.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.
Per caso, la sinossi vi sembra familiare?
Madame Claudel è in un mare di guai ha, a mio giudizio, due problemi. Il primo è che il titolo ha ben poca attinenza con la trama e il secondo, sicuramente più grave, è che sa di già di letto.
La trama è, infatti, incredibilmente simile a L’eleganza del riccio di Muriel Barbery, scritto e pubblicato nel 2006, cosa che rendere il romanzo un lungo déjà vu e toglie parte della sua bellezza al romanzo.
Lo stile è fresco, semplice. Non è un romanzo impegnativo quello della Valognes ed è sicuramente adatto a una bella giornata in spiaggia o in giardino. Il tipico libro adatto ad essere messo in valigia, per le vacanze.
E’ leggero e frizzantino, colorato da una certa sfumatura di commedia che rende la lettura piacevole, nonostante tutto.
Arrivando ai personaggi, però, si notano eccessivamente le somiglianze con il romanzo della Barbery: Ferdinand, il protagonista, somiglia eccessivamente a René, la portinaia de L’eleganza del riccio; Madam Claudel è la perfetta controparte di Monsieur Ozu; la piccola Juliette è troppo intelligente per la sua età, e quindi si sente fuori luogo, esattamente come accadeva a Paloma nel sopra citato romanzo.
Insomma, qualche somiglianza la si può tollerare, ma oltre una certa dose diventa problematico.
Non posso dire che mi sia piaciuto, ma non posso neanche dire che non mi sia piaciuto. Resta in un limbo a metà tra il sì e il no.
Se da una parte ci sono ottimi spunti, primo tra tutti gli innumerevoli scherzi di Ferdinand ai quali credo sia stato dato troppo poco spazio, dall’altro ci sono mancanze che considero “gravi”.
Il protagonista sembra cambiare idea dalla mattina alla sera in più occasioni: non c’è un reale motivo perché il suo carattere debba mutare, pare solo seguire esigenze di trama in modo un po’ forzato. Interi capitoli sono dedicati a descrizioni, sicuramente divertenti, ma sterili: ci si aspetta accada qualcosa e invece no, si chiude lì e ci si può anche dimenticare di quel brevissimo episodio.
Ho apprezzato invece lo stile dell’autrice: la Valognes è in grado di alternare comico e drammatico inserendo una spruzzata dell’uno nell’altro e viceversa accompagnando così il lettore in un viaggio drammaticamente divertente fino alla sua conclusione.
Il voto che mi sento di dare a questo romanzo è un 6.5/10. Il romanzo resta nella mente del lettore giusto durante la lettura ma poi sparisce. Lo consiglio per una lettura estiva senza troppo impegno, tiene compagnia.
*Volpe
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