All’ingresso del crematorio di Dachau una lapide, con una scritta in
tedesco, accoglie i visitatori e li invita con sprezzante durezza a
fermarsi e a riflettere su come la gente morisse in quel quadrato di
terra nascosto dagli alberi e dalle fabbriche.
Poco più avanti,
incisa ai piedi di una statua raffigurante una delle tante vittime senza
nome né volto, una seconda scritta “Ai morti l’onore, ai vivi il
monito”.
Oggi, come ogni anno, anche noi ci fermiamo: niente giochi, niente foto colorate o spiritose; oggi più che mai vogliamo farci carico dell’impegno che è la Memoria e insieme a voi riflettere, condividere e rileggere la storia passate e presente in modo da poter oggi e per sempre gridare a gran voce “Mai più!”.
A 74 anni dalla fine della II guerra mondiale e dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, ricordare cosa è successo è un compito non più riservato ai pochi testimoni diretti ancora invita, ma è un dovere morale urgente e al quale non è possibile sottrarsi.
Mai più.
*Lo Staff

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