Maze Runner – Il Labirinto

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MAZE RUNNER -IL LABIRINTO

Autore: James Dashner
Casa editrice: Fanucci editore
Anno: 2009

.: SINOSSI :.

Quando Thomas si risveglia, le porte dell’ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio delimitato da invalicabili mura. L’unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l’organizzazione di una società in cui vigono rigorose regole per mantenere l’ordine, e ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell’ascensore. Il mistero si infittisce quando – senza che nessuno se lo aspettasse – arriva una ragazza che porta con sé un messaggio che non lascia alternative se non la fuga. Ma il Labirinto sembra essere inespugnabile… e potrebbe rivelarsi una trappola mortale.

.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.

Un buon libro per ragazzi, pieno di adrenalina ed avventura.
La trama di Maze Runner – Il labirinto è complicata e piena di intricatissimi colpi di scena: purtroppo non è spiegata alla perfezione, probabilmente per fare in modo che il lettore e il protagonista, Thomas, proseguano di pari passo nella scoperta di un modo che si mostra sempre più inquietante.
Il romanzo è, di per sé, interessante, tuttavia trovo tratti temi pesanti in modo molto superficiale cercando appunto di adattarsi ad un pubblico di giovani lettori.
I personaggi sono ragazzini prodigio in tutto e per tutto e, a volte, rasentano l’assurdità. Naturalmente, come in ogni Young Adult che si rispetti, il più assurdo è proprio Thomas, il protagonista di questa serie: è sostanzialmente l’eletto e, sebbene tutto sembri sempre avvenire a causa sua, i personaggi tendono a rispettare la sua presenza e tenerlo in considerazione più di chiunque altro.
La parte più strana è lo stile, specie quando si tratta dei dialoghi: i ragazzi che arrivano alla radura hanno perso la memoria eppure hanno una perfetta capacità di linguaggio, sanno riconoscere le cose e organizzare una nuova civiltà da zero. Perfetto, in realtà nessun problema, se non fosse che sembrano essersi dimenticati come si pronunciano alcune parole o quali siano le più corrette da usare: così, in mezzo alle frasi grammaticalmente perfette dei ragazzi compaiono parole quali “medicali” al posto di medici, “splof” al posto di merda (forse qui era un tentativo di censurare una parolaccia), “faccemorte” al posto di cimitero, e altre cose simili che, alla lunga, fanno alzare un sopracciglio. Spesso usano anche termini gergali quali “Pive” o “Fagio” (diminutivi per “Pivello” e “fagiolo”, comprensibilmente attribuiti al nuovo arrivato), il che va bene trattandosi di ragazzi giovani in cerca di una identità. Non so come sia stato gestito dall’autore in lingua originale, ma in italiano aveva un che di ridicolo: sarebbe stato meglio se i giovani avessero inventato da zero una lingua apposta per loro.

In sostanza, riassumendo il mio parere: la trama del romanzo regge, è bella, interessane e coinvolgente. I personaggi non reggono perchè sono troppo giovani: stesso romanzo con personaggi più adulti avrebbe avuto un fascino diverso ai miei occhi. Mi rendo conto che, probabilmente, non avrebbe avuto la stessa presa sul pubblico.
Il mio voto è 7.5/10, lo consiglio a lettori giovani che sicuramente si sentiranno incredibilmente coinvolti e penseranno che io, di letteratura, non ci capisco una cippa.
E va benissimo così 😉

*Volpe

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