Dove porta la neve

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DOVE PORTA LA NEVE
Autore: Matteo Righetto
Anno: 2017
Editore: TEA

.: SINOSSI :.

È la vigilia di Natale e Padova sta per essere coperta da una nevicata memorabile. Carlo, down di 48 anni, come ogni mattina, da mesi, va a trovare la madre in clinica, dove si sta lentamente spegnendo assediata dai ricordi e dal bisogno di raccontarli. Nicola, 74 anni colmi di solitudine, ha appena perso il lavoretto che si era procurato come Babbo Natale davanti a un centro commerciale. Per Carlo, però, questo non può essere un Natale come gli altri e quando vede Nicola vestito di rosso e con la lunga barba bianca sente che il sogno può finalmente avverarsi: un vero regalo per la madre. Il suo clamoroso entusiasmo risveglia Nicola, che organizza un breve viaggio per realizzare quel sogno, e per illuminare con un gesto gratuito d’amore l’oscurità che stringe d’attorno. Una vecchia Fiat 124 si allontana da Padova dentro la notte di Natale: al suo interno due uomini soli e un po’ incoscienti riscoprono la forza dirompente di un abbraccio…

 

.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.

Questo è un libro semplice, che parla al cuore con una scrittura semplice che lascia poco spazio ai fronzoli e agli arabeschi in cui la maggior parte degli scrittori ama cimentarsi.
E’ una favola di Natale e come in tutte le favole c’è un eroe che si imbarca per un’impresa disperata: un gesto d’amore per la donna che lo ama da sempre. Ovviamente l’eroe non è da solo e anche in questa favola contemporanea c’è un aiutante, un Sancho Panza un po’ attempato ma dal cuore grande e deciso a scrollarsi di dosso il cinismo in cui ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.
Dove porta la neve è un romanzo breve: una manciata di pagine che con semplicità cala il lettore tra le pieghe dei misteri dell’amore e, nello specifico, dell’amore di un figlio per sua madre.
La narrazione si sviluppa seguendo tre filoni principali in cui ricordi e istantanee dei personaggi si intrecciano creando un ritmo che, almeno in un primo momento, disturba un po’ per i repentini cambiamenti di tempo verbale, ma a cui ci si abitua nel giro di qualche capitolo.
L’intero libro sembra essere un gioco degli specchi: le vite dei protagonisti sono l’una il riflesso dell’altra e l’intera vicenda richiama, almeno idealmente, una delle avventure affrontate da Nora, la madre di Carlo.
Lo stile è essenziale, l’aggettivazione riesce a descrivere bene gli avvenimenti senza perdersi in lunghe descrizioni che compaiono ad hoc lì dove il lettore può permettersi di distrarsi un po’. I paesaggi montani e le pianure imbiancate dalla neve sono delineate in maniera impeccabile e, socchiudendo gli occhi, sembra proprio di avere davanti agli occhi e tra le mani la “neve farinosa” più volte citata nel romanzo.
I personaggi non sono molto approfonditi, ma trattandosi di un romanzo breve non stupisce e va bene così, e tutti, dai tre protagonisti a quelli secondari, riescono a fare breccia nel cuore del lettore.

Il mio voto non può che essere 10/10 e, personalmente, l’ho trovato fin troppo corto(d’altronde se è un romanzo breve ci sarà un motivo, no?).
Le tematiche potrebbero spaventare i lettori più sensibili, ma Righetti riesce affrontarle con estrema delicatezza camuffando una storia triste in una commovente favola di Natale.
Consigliatissimo.

*Jo

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