La leggenda del santo bevitore

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LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE

Autore: Joseph Roth
Anno: 1939
Editore: Einaudi
.: SINOSSI :.

Andreas vive a Parigi, sulle sponde della Senna, quasi ogni giorno sotto un ponte diverso. Ha commesso un delitto per amore e ne accetta le conseguenze rassegnato ma non troppo. E un uomo d’onore, o almeno ci prova. Si trascina nell’esistenza prendendola così come viene. Perché forse non c’è niente di meglio e niente di peggio che bersi un altro bicchiere di Pernod. Un romanzo breve e metaforico in cui Joseph Roth, attraverso lo sguardo illuso di un reietto santo e peccatore, riflette tutta l’assurda dolcezza della vita.

.: IL NOSTRO GIUDIZIO :.

Joseph Roth ci regala un romanzo breve, o se preferite un racconto lungo, e le sue pagine riempiono in modo piacevole una pigra mattina di metà giugno. Il protagonista, un tale Andreas Kartak, è un miserabile che vive sotto i ponti della Senna e, pur non essendo un devoto cristiano, si affida alla Provvidenza per campare un giorno in più. Proprio la Provvidenza, seguendo le regole di un gioco illogico e incomprensibile a noi comuni mortali, mette sulla strada di questo ubriacone da strapazzo un gentiluomo, un filantropo devoto a Santa Teresa di Lisieux, che dona al nostro antieroe una cospicua somma di denaro. Questo primo incontro è una schermaglia ironica e geniale dove l’irrazionalità dell’ubriaco si confonde con quella di un uomo pio e grato. Sembra, a tratti, di sentir recitare a due voci il discorso di Marco Antonio nell’opera shakespeariana Giulio Cesare: in una manciata di facciate Andreas Kartak e l’anonimo benefattore difendono il loro onore accampando scuse e pretesti nel tentativo di imporre sull’altro la propria opinione e volontà. Alla fine di questa lunga schermaglia Andreas accetta suo malgrado la somma che gli viene offerta e inaugura così la sua stagione di fortune e piacevoli coincidenze. Amanti e amici ritrovati cominciano nuovamente a gravitare intorno al protagonista che, totalmente preso dal corso degli eventi, si lascia trasportare dal destino e dai suoi imperscrutabili capricci. Frattanto, in una nicchia della cattedrale, Santa Teresa di Lisieux aspetta paziente, beatamente rassegnata e consapevole della natura procrastinatrice di Andreas.
Il racconto di Roth è ironico, lo stile è piacevole e la scrittura trasuda di vivacità. Il testo, che si esaurisce in nemmeno un centinaio di pagine, può essere considerato una favola per adulti che nasconde con astuzia, tra le battute e gli episodi tragicomici, la sua natura morale.

Il voto che mi sento di dargli è 7/10: come ho già detto si tratta di una lettura piacevole e di un ottimo espediente per ingannare il tempo, ma l’ho trovato troppo breve e sbrigativo e proprio in virtù della sua natura faccio fatica a valutarlo al pari di un romanzo vero e proprio. La sua validità come racconto è indubbia e mi sento di consigliarlo sopratutto a coloro che amano i libri scritti con intelligenza ed ironia.

*Jo

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