METRO 2034
Autore: Dmitry Glukhovsky
Casa editrice: Multiplayer.it,
Anno: 2011
. : SINOSSI : .
Metro 2034 è una storia di scelte. Scelte tra il bene e il male, tra il fine e i mezzi, tra amore e dovere, mali minori e maggiori. Decisioni che possono cambiare la vita di una persona e decisioni sulle quali poggia il destino del genere umano…una storia di amore, speranza e fede le tre cose che fanno sopravvivere un uomo in un mondo senza speranza per il domani.
. : Il nostro giudizio : .
Rispetto al primo capitolo, che ho divorato malgrado, ho visto un leggero calo e, purtroppo, ha deluso le mie aspettative come solo un sequel di una saga contemporanea riesce può fare.
La trama si sviluppa seguendo le vicende di tre personaggi: tre sagome (a cui se ne aggiunge una quarta) che non sembrano avere nulla da spartire; Hunter, che ritorna dopo una lunga assenza da “Metro 2033”, con una nuova missione per salvare il popolo della metro, Sasha, una ragazzina che ha vissuto gran parte della sua vita in isolamento con la sola compagnia del padre reietto, e Nicolay Ivanovich (in arte Omero), un imbrattacarte che vive tra la nostalgia del passato e l’ossessione di lasciare ai posteri un’opera che eguagli le grandi epopee classiche.
Bugie, verità frammentate, complotti di cui non si può parlare e fughe da una stazione all’altra si assecondano di capitolo in capitolo confondendo, a tratti, le idee sia ai personaggi sia al lettore.
Ritroviamo Artyom, anche lui resuscitato dopo la strage dei tetri, ma sul suo destino dopo le vicende di “Metro 2033” l’autore non ci svela niente (rimedierà forse in “Metro 2035?).
Avvalendosi di un ritmo narrativo che trovo più consono ad un videogioco che non ad un romanzo, l’autore frammezza scena di lotta, sparatorie e massacri a pagine di autentica poesia in cui si scava non solo dentro l’animo del singolo, ma si fanno vibrare i sentimenti che accomunano ogni essere umano vivente: il senso della vita, della morte, del bene e del male, la costante tendenza dell’anima all’immortalità sia sulla terra che nella vita oltre la morte; pagine dense che riscattano degnamente le parti più noiose o ridondanti.
Come ho già detto: rispetto al primo capitolo della saga mi aspettavo molto di più, quindi il mio voto cade da 10/10 a 7,5/10, con la speranza che “Metro 2035” risollevi in zona cesarini la mia considerazione su questa saga. Consiglio questo libro? Sì: la distopia creata da Glukhovsky è terribilmente credibile, ben strutturata e senza nulla lasciato al caso.
Non ci sono eroi adolescenti con manie di rivoluzione (anche se Sasha si impegna parecchio nel ruolo di prima donna) e sicuramente piacerà molto a chi ama i ritmi narrativi serrati e i misteri della metro e dell’animo umano.
*Jo
Terribilmente deludente; il primo, invece, mi è piaciuto molto (anche il videogioco).
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Io spero davvero che si riprenda in “Metro 2035”.
Francamente sono rimasta molto delusa da questo romanzo che, purtroppo, ha fatto ricadere la saga nello stereotipo che marchia tutte le saghe.
Glukhovsky ha creato una distopia terribile quanto credibile, malgrado la presenza di mostri che sembrano usciti da un manuale di D&D, e in questo capitolo non ha per niente saputo sfruttare il suo universo, accontentandosi di frammentare la trama tra più personaggi senza davvero approfondire nessuno dei tre: Hunter è il “bello” e dannato che però si commuove davanti alla ragazzina ingenua e testarda (un pò Quasimodo ed Esmeralda per trovarci un parallelo letterario), Omero, che era davvero un bel personaggio, fa l’acrobata tra la sua vigliaccheria, il suo istinto paterno e la boria di uno scrittore sull’orlo della morte e del fallimento. Avrei senza dubbio preferito meno personaggi, ma ben approfonditi o un eroe, come era Artyom, la cui psicologia emergesse capitolo dopo capitolo in modo organico e coerente.
*Annrose
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