IL CONTRARIO DI UNO
Autore: Erri De Luca
Casa Editrice: Feltrinelli Editore
Anno di Pubblicazione: 2003
.:SINOSSI:.
18 racconti e un poemetto in versi. Una partitura a segmenti narrativi per raccontare come “il due è contrario di uno”. “Questa notizia che – dice De Luca – contrasta con l’aritmetica è l’esperienza di questi racconti. Da un cordone di madre ai due nodi in vita di una cordata in montagna si svolge l’avventura di un solitario che si imbatte nella forma del due. È una rivelazione non sacra, e neppure profana.” Una donna entrata in una fredda stanza a portare l’inatteso calore della contemporaneità dei corpi, un padre pittore fedele alla sua pittura, al suo “pollice arlecchino”, una suora in paziente attesa accanto alle membra debilitate del suo assistito, una fanciulla borghese in camicia bianca e gonna blu davanti al ciclostile “della rivoluzione”. Tante emergenze umane, tante forme in cui si dichiara contraddetta la solitudine, la remissività, la morte. Fra la memoria di una generazione che per la prima volta “a diciott’anni non veniva presa per la collottola e sbattuta in guerra contro un’altra gioventù chiamata nemica” e i molti episodi che hanno ribadito la ricerca esistenziale e politica di una felicità condivisa si desta l’immagine-chiave del libro, un uomo e una donna in cordata che escono dalla nube addensata intorno al pilastro di roccia che stanno scalando: “Siamo quasi fuori, anche se non si vede la cima. Siamo due; non il doppio ma il contrario di uno e della sua solitudine sufficiente. La corda s’ammucchia sopra i piedi, lei si avvicina e io le guardo il nodo stretto in vita. Non per controllare se è a posto, ma per affetto verso un’alleanza di corda. ‘Che stai guardando?’ dice la sua voce. ‘Guardavo il tuo nodo.’ Se lo controlla: ‘È a posto, no? Si può sapere che pensi?’ ‘Al numero due,’ rispondo”.
.:IL NOSTRO GIUDIZIO:.
Che dire? Lo stile di questo autore è sempre poetico, lirico ed evocativo. Ci presenta situazioni di vita quotidiana rielaborandola con il suo unico linguaggio che non è mai né troppo né troppo poco. Chi ha vissuto gli anni delle rivolte studentesche e dei lavoratori o chi pratica la scalata in montagna, non potrà non riconoscersi nei due protagonisti che l’autore ci presenta. Tuttavia, nuove gli saranno le descrizioni: l’autore è perfettamente in grado di rendere grandiose anche le cose più semplici come una gonna blu cielo o una nuvola che sulle montagne accompagna un vecchio scalatore.
I due protagonisti sono chiaramente persone che hanno vissuto divisi, sono due persone diverse ma che hanno trovato entrambi trovato la completezza nel numero 2.
Il primo, un ex rivoluzionario del ’68 che ci racconta passo passo tutta la sua vita, l’ha trovata con la febbre malarica in Africa, dove si era recato come missionario per soccorrere e ha ricevuto, invece, l’aiuto di una suora; il secondo, invece, è un appassionato della scalata che trova il contrario di uno nei nodi che accompagnano la scalata sua e della sua giovane amica.
E’ un bel libro, pieno di significato che passa dal quotidiano al particolare da una riga all’altra, tuttavia ho trovato lo stile un po’ complicato in certi punti e la poesia, almeno nella mia testa, si è confusa non permettendomi di capire proprio tutto.
Gli darei un buon 8/10, mi è piaciuto ma non penso che mi metterei volentieri a rileggerlo come invece mi era capitato con “Il Peso della farfalla”, sempre dello stesso autore.
*Volpe
Rispondi