I CANI E I LUPI

i cani e i lupi

I CANI E I LUPI

Autore: Irène Némirovsky
Casa editrice: Adelphi
Anno: 1940
.: SINOSSI : .
Le basta vederlo una volta sola, quel bambino ricco, ben vestito, dai riccioli bruni, dai grandi occhi splendenti, che abita nella meravigliosa villa sulla collina e di cui dicono sia un suo lontano cugino, per essere certa che lo amerà per sempre, di un amore assoluto e immedicabile. A Kiev, la famiglia di Ada abita nella città bassa, quella degli ebrei poveri, e suo padre appartiene alla congrega dei maklers, gli intermediari, quegli umili e tenaci individui che si guadagnano da vivere comprando e vendendo di tutto, la seta come il carbone, il tè come le barbabietole. Fra le due città sembra non esserci nessun rapporto, se non il disprezzo degli uni e l’invidia degli altri. Eppure, quando il ragazzine Harry si troverà di fronte la bambina Ada, ne sarà al tempo stesso inorridito e attratto: “come un cagnolino ben nutrito e curato che senta nella foresta l’ululato famelico dei lupi, i suoi fratelli selvaggi”. Molti anni dopo il destino li farà rincontrare a Parigi: e Harry cederà a quella misteriosa attrazione del sangue che Ada esercita su di lui.
. : Il nostro giudizio : .

La storia, devo ammetterlo, non è delle migliori, ma sarà sicuramente apprezzata dagli amanti del romanzo rosa.
L’intera vicenda ruota intorno ad Ada Sinner con cui ci si imbarca in un viaggio attraverso le tre fasi della vita: bambina a Kiev, giovane innamorata a Parigi, ed infine madre in una città indefinita dell’Europa orientale.
Attorno ad Ada, come tanti satelliti, ruotano personaggi che accompagneranno questa giovane ebrea senza mai uscire completamente dalla sua vita: protagonisti e spettri di un’esistenza tormentata dalla passione e dal rimorso.

La scrittura della Nemirovsky è poetica, quasi musicale, le descrizioni sono coinvolgenti e lo stile è elegante e raffinato e ben compensa una trama che, per quanto avvincente, potrebbe essere inserita tra i tanti romanzi rosa della letteratura contemporanea.
Le descrizioni sono perfette e le parole sono scelte con la stessa meticolosità con cui un compositore sceglie le note o un pittore le tinte da abbinare.
Forse il paragone più adatto è proprio quello con il mondo della pittura: se “Suite Francese” ci ha regalato pagine musicali, trame che sembrano le parti di un unica opera musicale; “I cani e i lupi” si propone come un ciclo di quadri che, con pennellate vivide e decise, trasportano il lettore ora a Kiev negli ultimi anni dell’ottocento, ora a Parigi nel corso della Grande Guerra e poi, come a chiudere il cerchio, di nuovo nell’Europa orientale dove si svolge l’epilogo della storia.
Il voto che mi sento di dargli è 9/10, l’unica pecca è la trama che, non essendo io un amante del genere rosa, non mi è piaciuta e che, proprio in virtù di questo, mi spinge a consigliare questo romanzo alle amanti del genere e a quanti vogliono perfezionare il loro stile di scrittura e imparare da una degna insegnante come fare delle belle descrizioni.

*Jo

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