IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI

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IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI

Autore: Vanessa Diffenbaugh
Casa editrice: Garzanti Libri
Anno: 2011

. : SINOSSI : .

Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C’è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l’infanzia saltando da una famiglia adottiva a un’altra. Fino all’incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l’unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l’anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L’unico capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili.

. : Il nostro giudizio : .

Il romanzo di Vanessa Diffenbaugh sembra una romantica storia di fine ottocento ambientata ai nostri giorni. Le parole sono superflue, servono solo per descrivere le scene che si susseguono secondo un ritmo narrativo ben costruito e lineare malgrado i frequenti flash back.
Victoria e la sua romantica autrice ci accompagnano in un viaggio che trascende le epoche e ci consegnano l’eredità dimenticata di un linguaggio poetico ed incisivo come quello dei fiori, un vocabolario di petali e spine di retaggio ottocentesco che ci insegna che molte volte le parole sono davvero superflue e tutto ciò che ci serve è il fiore giusto al momento giusto.

Un libro davvero ben fatto che sicuramente sarà apprezzato dagli amanti del periodo vittoriano e dei fiori, ma anche da chi ha un animo sensibile e fa fatica ad esprimersi.
Il nostro voto è 10/10 per la capacità che, già dalla copertina, il romanzo ha di parlare al lettore che può scegliere il suo fiore tra quelli rappresentati nelle istantanee.

*Jo

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